Ortodonzia: cos'è, quali sono le maloclussioni dentali, le differenze tra apparecchio fisso e mobile

Qual è il compito dell'odontoiatra, e a che età è giusto portare i bambini dal dentista? I nostri dottori lo spiegano in questo approfondimento sull'ortodonzia e sulle tipologie di occlusioni dentali.

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Che cos’è l’ortodonzia? 

L’ortodonzia (dal greco orthos = dritto e odontos = dente) è la branca dell’odontoiatria che si occupa dello studio, della diagnosi e della terapia della posizione anomala di uno o più elementi dentali. Tale alterazione provoca un danno di natura estetica sul volto, ma spesso è correlata anche a una problematica funzionale della respirazione, della masticazione e della fonazione.
Quando effettuata precocemente sul paziente in crescita, l’ortodonzia è detta intercettiva: in questo caso si pone come obiettivo non solo l’allineamento dei denti, ma anche e soprattutto la correzione delle malformazioni ossee dei mascellari, delle alterazioni della crescita e dello sviluppo degli stessi.

Qual è la funzione dell’odontoiatra?

Compito dell’odontoiatra è effettuare una diagnosi quanto più precoce possibile di disturbi dello sviluppo dento-maxillo faciale al fine di rimuovere tutte quelle cause che possono incidere negativamente nella formazione di una occlusione corretta e armonica.
Oltre ad aspetti genetici, per cui si può ereditare una certa morfologia facciale nello sviluppo della persona, in genere, e dello splancnocranio (mascellare e mandibola), possono intervenire fattori determinanti per l’insorgenza e /o l’aggravamento della malocclusione.

Ad esempio, un’allergia respiratoria con difficoltà inalatoria nasale e respirazione orale, comporta spesso l’ipertrofia delle adenoidi, una bocca sempre aperta e conseguente contrazione dei diametri trasversali della mascella. L’effetto di questa condizione è che il giovane paziente non ha lo spazio sufficiente per i denti che risulteranno affollati, malposizionati.
È chiaro, dunque, che la corretta diagnosi comporterà una altrettanto corretta proposta terapeutica che consisterà nella cura dell’allergia, persistendo la quale l’intervento ortodontico rischia di essere invalidato.

Ortodonzia: quanti tipi di occlusione dentale esistono?

A seconda del piano lungo il quale si sviluppano, le disgnazie (scheletriche) e le malocclusioni dentali hanno diversi nomi e classificazioni. Un paziente potrebbe presentare alterazioni in uno oppure in più piani contemporaneamente.  

Tipi di occlusione dentale

Occlusioni sagittali: di cosa si tratta? 

Sul piano SAGITTALE le occlusioni possono essere di prima, seconda e terza classe di Angle, dal professionista che le ha codificate valutando il rapporto dentale e il rapporto scheletrico maxillo-mandibolare, misurando angoli e distanze tra punti ossei ben definiti.

Occlusione di Classe I di Angle
  • Occlusione di Classe I di Angle: è ritenuto il rapporto corretto tra mascellare e mandibola con posizione leggermente più anteriore del mascellare rispetto alla mandibola.
Occlusione di Classe II di Angle
  • Occlusione di Classe II di Angle: rapporto alterato tra mascellare e mandibola con posizione decisamente più anteriore del mascellare rispetto alla mandibola (causato da eccessiva crescita del mascellare, da ridotta crescita della mandibola oppure da una combinazione di entrambi). 
Occlusione di Classe III di Angle
  • Occlusione di Classe III di Angle: rapporto alterato tra mascellare e mandibola con posizione decisamente più anteriore della mandibola rispetto al mascellare (causato da ridotta crescita del mascellare, eccessiva crescita della mandibola o una combinazione di entrambi). 

Tenendo conto delle caratteristiche dentali, Angle suddivide ulteriormente le occlusioni in:

Occlusioni di prima, seconda e terza classe di Angle

Si è in presenza di una prima classe dentale quando la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore occlude al centro del solco del primo molare inferiore; il canino superiore invece occlude nel mezzo tra canino inferiore e del premolare inferiore. 

Nella occlusione di seconda classe dentale, il primo molare superiore occlude mesialmente (cioè si trova davanti) al primo molare inferiore; il canino superiore si trova anteriormente al canino inferiore, non più tra canino e premolare.

Infine, la occlusione di terza classe dentale insorge quando il primo molare superiore occlude distalmente (cioè in una posizione posteriore) al primo molare inferiore; il canino inferiore si trova anteriormente rispetto a quello superiore. Si ha la presenza di morso inverso anteriore e spesso cross-bite laterali.

Malocclusioni verticali: quali sono?

Sul piano VERTICALE le malocclusioni sono definite prevalentemente da un parametro chiamato overbite, che indica di quanto i denti dell’arcata superiore ricoprono i denti dell’arcata inferiore. Il valore di overbite nella norma è di 2mm.

  • In una malocclusione caratterizzata da un morso profondo l’overbite sarà aumentato. 
  • In una malocclusione caratterizzata da un morso aperto l’overbite sarà diminuito. 

Sul piano TRASVERSALE le malocclusioni sono dovute a una alterazione dell’ampiezza dell’arcata superiore rispetto a quella dell’inferiore.
In condizioni ideali i denti dell’arcata superiore sono di pochi millimetri più esterni rispetto a quelli dell’arcata inferiore.
In caso di crossbite, o morso crociato, l’arcata superiore è meno ampia rispetto all’arcata inferiore. 

In caso di scissorbite, o morso a forbice, si realizza il contrario, per cui uno o più denti dell’arcata superiore presentano tutta la corona più esterna rispetto agli inferiori.

Visita ortodontica, quando programmarla?

Nei bambini l’ortodonzia preventiva ha la funzione di intercettare problemi che si possono aggravare con la crescita e di correggere cattive abitudini che possono alterare l’armonioso sviluppo delle ossa mascellari e la corretta eruzione dei dentini nelle arcate (suzione del dito o del ciuccio, onicofagia).

L’American Health Association consiglia di effettuare la prima visita ortodontica intorno ai 7 anni di età, tuttavia è utile portare i bambini dal dentista anche prima dei 6 anni, non solo per verificarne la salute orale, ma anche per aiutarli a prendere confidenza con il team dello studio odontoiatrico, imparando sin da subito le corrette procedure di igiene orale.

Apparecchio per denti mobile o fisso: come scegliere? 

Le apparecchiature mobili vengono generalmente impiegate durante la fase di dentizione mista o decidua, quindi durante il periodo pre-adolescenziale. Grazie alla loro struttura, gli apparecchi, detti funzionali, agiscono non solo sui denti e sulle ossa, ma anche sulla muscolatura oro-facciale, attivando oppure frenando l’azione di alcuni gruppi muscolari. 

Le apparecchiature fisse si utilizzano su pazienti in dentizione permanente o in fase di transizione fra dentizione mista e dentizione permanente.

Gli allineatori trasparenti consistono in una serie di dispositivi rimovibili in plastica trasparente che consentono di spostare i denti con piccoli incrementi; sono rivolti principalmente a pazienti adulti ma possono essere utilizzati anche negli adolescenti. 

Le indicazioni cliniche all’uso di allineatori trasparenti richiedono un’attenta valutazione, perché non tutti i movimenti sono possibili. Infatti l’ortodonzia viene definita come un “trauma occlusale controllato” intendendo con questa affermazione che si tratta di applicazione di forze costanti sui denti che producono, come effetto, lo spostamento degli stessi. Ma affinché questi si possano spostare, in certi movimenti, hanno bisogno di una coppia di forze che sono applicabili solo attraverso gli attacchi applicati sui denti.

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