Igiene orale domiciliare quotidiana: i nostri consigli

Come lavare i denti in modo corretto? Ecco i consigli della dottoressa Valentina Campanella, igienista dentale del nostro studio.

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I suggerimenti del dentista per una corretta igiene orale

Con il termine “igiene orale domiciliare” si intendono tutte quelle manovre che andrebbero eseguite a livello domiciliare e in casa quotidianamente al fine di garantire il benessere e la salute del cavo orale, ovvero al fine di garantire la salute dei denti e delle gengive prevenendo la formazione di processi cariosi e disturbi gengivali. Una buona igiene orale domiciliare è garantita da un corretto spazzolamento delle superfici dentali esterne, interne ed occlusali e dal corretto utilizzo di ulteriori strumenti che fungono da supporto per migliorare l’efficacia dello spazzolamento o per la detersione di aree specifiche altrimenti non raggiungibili. 

Quante volte al giorno lavare i denti?

Personalmente, consiglio di lavare i denti almeno 3 volte al giorno (dopo ogni pasto), bensì uno dei momenti essenziali per l’igiene orale è rappresentato dalla pulizia dei denti prima di andare a dormire: infatti, durante la notte, la riduzione della secrezione salivare favorisce lo sviluppo di batteri e del loro accumulo sulle superfici dentarie (placca batterica). 
Gli strumenti per l’igiene orale disponibili in commercio sono molteplici ma la loro efficacia dipende sempre dal loro corretto utilizzo.

Come lavare i denti in modo corretto: i prodotti più utili

Iniziamo con lo spazzolino da denti, ovvero lo strumento più importante per una buona igiene orale perché rimuove in modo meccanico i residui di cibo e di placca batterica. Meglio lo spazzolino tradizionale o lo spazzolino elettrico? Tutto dipende da come si utilizzano, si possono ottenere buoni risultati nell'igiene orale domestica utilizzando sia lo spazzolino elettrico che manuale, così come è possibile nel tempo danneggiare le gengive ed erodere lo smalto a seconda dei movimenti e della direzione che si danno allo spazzolino, indipendentemente dal fatto che sia elettrico o meno. Quindi il movimento e la tecnica di spazzolamento sono il vero fattore determinante di una corretta igiene orale. 

Spazzolino elettrico o spazzolino manuale?

Lo spazzolino manuale va scelto in base alla conformazione della nostra bocca. Per essere efficace deve avere caratteristiche ben specifiche come ad esempio il manico diritto, la testina poco ingombrante (testa corta) per raggiungere facilmente ogni parte della bocca e le setole di consistenza media e arrotondate in punta, inoltre è preferibile scegliere setole di natura sintetica e non naturale in quanto queste ultime sono ricettacolo di batteri. 

Gli spazzolini elettrici, quelli di nuova generazione, permettono di rimuovere il 97% della placca batterica in modo più agevole rispetto allo spazzolino manuale, senza arrecare alcun danno alle gengive. Funzionano con movimento rotatorio e oscillatorio ripetuti ad alta velocità; le testine piccole permettono di rimuovere in modo davvero efficace la placca. Inoltre la maggior parte del lavoro lo fa lo spazzolino stesso, così che la pulizia dentale risulta più facile per tanto è consigliato soprattutto per chi ha una ridotta manualità. La testina, come lo spazzolino manuale, va sostituita ogni 3-4 mesi o quando diventa più dura o appare usurata.

Ogni quanto bisogna sostituire lo spazzolino?

Lo spazzolino deve essere sostituito non appena perde le sue caratteristiche iniziali, va quindi sostituito in media ogni tre/quattro mesi. In generale, la superficie dei denti va spazzolata muovendo le setole dalla gengiva verso il dente (tecnica di Bass) senza usare troppa forza, mentre nella zona occlusale (masticante) si può usare maggior vigore, ma senza esagerare. È sempre opportuno farsi insegnare dal proprio dentista il movimento corretto, anche perché potrebbe essere opportuno personalizzare la tecnica in base alle proprie caratteristiche. 

Cura dell’igiene orale domiciliare: come scegliere il dentifricio?

Il dentifricio rappresenta un valido supporto allo spazzolino grazie alle sue proprietà detergenti, favorisce l’asportazione dell’eventuale placca residua e svolge un effetto deodorante e rinfrescante. Non è necessario utilizzare una quantità eccessiva di prodotto.
La scelta di un dentifricio adatto alla propria problematica dentale è fondamentale per una corretta igiene orale. Le caratteristiche di un buon dentifricio sono diverse, ecco cosa c’è da sapere prima di scegliere il dentifricio:

  • Dentifricio al fluoro: favorisce la rimineralizzazione dei denti ed ha una azione antisettica (combatte le carie);
  • Dentifricio poco o non abrasivo: i dentifrici in genere sono tutti scarsamente abrasivi eccetto quelli qualificati come “sbiancanti” i quali, al contrario, sono notevolmente abrasivi. Questa tipologia di dentifricio deve essere utilizzata saltuariamente per eliminare le classiche macchie di caffè o di fumo ma non devono essere usati abitualmente per modificare ad esempio il colore naturale dei denti. L’eccessivo impiego di sostanze abrasive può per contro produrre erosioni al colletto e alla corona del dente.
  • Dentifricio antiplacca: svolge un’azione antibatterica;
  • Dentifricio antitartaro: le sostanze contenute in questa tipologia di dentifricio ostacolano la formazione del tartaro senza però eliminare quello già presente che andrà rimosso con una seduta di igiene professionale;
  • Dentifricio sensibilizzante: svolgono una parziale azione protettiva sui denti sensibili al caldo e al freddo.

Filo interdentale: come si usa?

Altro strumento indispensabile è il filo interdentale, che si usa per pulire gli spazi tra un dente e l’altro. Lo si avvolge intorno al dito medio di entrambe le mani, lo si inserisce tra un dente e l’altro con un movimento controllato fino a superare il punto di contatto tra i denti per non traumatizzare la gengiva e lo si controlla con i pollici per l’arcata superiore o con gli indici per l’arcata inferiore, una volta posizionato nel solco gengivale lo si fa scorrere verso la superficie masticante (dall’alto verso il basso per l’arcata superiore e dal basso verso l’alto per l’arcata inferiore). Entrambe le superfici dei denti a contatto devono essere pulite eseguendo la manovra in tutti gli spazi interdentali. 

Tipologie di filo interdentale

In commercio si trovano diverse tipologie di filo interdentale: cerato e non cerato, a seconda che la superficie del filo in seta sia rivestita o meno da cera. Entrambi sono ugualmente efficaci, quelli cerati scivolano meglio e quindi sono più indicati negli spazi interprossimali stretti o in presenza di otturazioni. Esistono anche fili piatti, a nastro, che risultano più efficaci perché hanno una superficie pulente maggiore rispetto al filo, rimuovendo così più placca con l’unica controindicazione di risultare un po’ più difficile da usare. Infine il superfloss per l’impiego negli spazi interdentali di difficile accesso, specie sotto protesi fisse o ponti. Presenta una parte semi rigida in punta seguita da una parte spugnosa seguita a sua volta da una parte di filo tradizionale. Il filo interdentale va usato tutti i giorni almeno una volta al giorno.

Come si usa il collutorio e a cosa serve?

Il collutorio - va detto come premessa - non sostituisce assolutamente lo spazzolino o il filo interdentale poiché non è in grado di rimuovere la placca batterica. Deve essere impiegato solo dopo il lavaggio dei denti e non “anziché lavarsi i denti”. Alcuni collutori hanno un ruolo di completamento dell’igiene orale poiché essendo liquidi, possono raggiungere zone non ben spazzolate. Altri sono semplici rinfrescanti per l’alito. I collutori a base di clorexidina si usano solo dopo un intervento odontoiatrico o in caso di infezioni, e per periodi limitati di tempo, tenendo sempre presente che, a lungo andare, gli agenti chimici antiplacca mostrano una riduzione dei benefici e la comparsa di effetti indesiderati. Infatti l’uso continuato di alcuni tipi di collutori contenenti clorexidina provoca l’ingiallimento dei denti e delle protesi entro poche settimane dal loro utilizzo.

Gli irrigatori orali o idropulsori devono essere utilizzati solo in seguito al lavaggio dei denti poiché asportano i grossi residui alimentari e la placca rimossa dallo spazzolino. Questa tipologia di strumento deve essere considerato un mezzo ausiliario che integra, ma non sostituisce, i più comuni e basilari strumenti dell’igiene orale. Consentono la rimozione dei residui di cibo che si accumulano sotto le protesi fisse e gli apparecchi ortodontici 

Pulire i denti a casa: gli accessori che non possono mancare

Lo scovolino per i denti, invece, serve per rimuovere residui alimentari e la placca da zone difficili da raggiungere, come ad esempio le superfici tra due denti adiacenti. Lo si preferisce al filo interdentale quando gli spazi tra un dente e l’altro sono ampi. Lo scovolino può essere cilindrico o conico con setole disposte a spirale e può essere manico lungo o corto a seconda della zona da raggiungere. Di fondamentale importanza è la misura al fine di essere il più efficaci: lo scovolino per i denti va inserito nello spazio interprossimale dall’esterno verso l’interno.

I Soft-Picks sono scovolini interdentali di ultima generazione usa e getta composti da setole in gomma morbida e flessibile: la tecnologia senza filo metallico permette di evitare danni alle gengive e aiuta a ridurre placca. Il loro utilizzo è indicato in caso di gengiviti e sanguinamento interdentale.
Meno frequente è l’utilizzo dello spazzolino monociuffo, simile allo spazzolino tradizionale con la differenza di esser composto da un singolo ciuffo di setole che - grazie alle sue piccole dimensioni - rende molto facile il raggiungimento delle zone difficilmente raggiungibili con lo spazzolino normale.
Per una corretta igiene è molto importante non trascurare la pulizia della lingua che deve essere spazzolata delicatamente, meglio se con appositi strumenti, i pulisci lingua. Lo scopo è quello di rimuovere i residui di cibo ed in particolare i microorganismi che si annidano nelle piccole irregolarità presenti sul dorso della lingua e che spesso sono responsabili dell’alito cattivo.
I rivelatori di placca possono essere usati prima di spazzolino e filo, per evidenziare le zone da detergere oppure dopo, per verificare che la tecnica di igiene eseguita sia stata adeguata. Non è consigliato un uso frequente.
 

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